Monsignor Tarquinio Mosconi

Tarquinio Mosconi nacque a San Giorgio Piacentino il 7 dicembre 1864 dal dott. Luigi, medico condotto, e da Albertina Ferrari dopo aver generato 12 figli, ai quali se ne aggiunsero altri 6, nati dalle seconda moglie Caterina Zanelli che curò i 18 figli con dedizione mirabile.
Di indole vivacissima , Tarquinio a 9 anni, fu messo a frequentare la quarta elementare e le prime tre classi ginnasiali al Collegio Morigi, grazie a una borsa di studio che il Collegio Alberoni aveva messo a disposizione del dott. Mosconi .
Terminato il ginnasio inferiore , il ragazzo entrò nel collegio Alberoni, con grande stupore dei suoi compaesani sorpresi che quel monello voleva farsi prete.
L’ ingresso al Collegio Alberoni segna una svolta definitiva per il giovane, che diventa serio e studioso, come testimonia il suo curriculum di 9 anni di studi ecclesiastici.
A 23 anni, il 17 dicembre 1887, viene consacrato sacerdote dal grande vescovo piacentino mons. Scalabrini, il quale gli affida l’incarico di curato a Sarmato dove resta solo 2 anni , poi viene mandato, come maestro di scuola elementare al Seminario di Bedonia. Nel 1893, viene trasferito al Seminario urbano con l’incarico di vice – rettore , prima di essere chiamato , nel 1906 a svolgere il delicato compito di Direttore spirituale dei seminaristi, compito a cui dedicherà fino alla morte avvenuta nel 1952.
Fra i quasi 500 sacerdoti che lo ebbero per guida spirituale, si contano 4 Cardinali e 6 Vescovi: Bergamaschi, Tonini, Ghizzoni, Martini, Boiardi ;a questi
si dovrebbero aggiungere altri , che pur non essendo alunni del Seminario, lo scelsero come maestro di spirito.
I Vescovi che si succedettero alla guida della diocesi piacentina , Scalabrini, Pelizzari, Menzani , dal 1900 al 1952 anno della sua morte , lo vollero come consigliere in momenti assai difficili.
Monsignor Giovanni Pelizzari , il Vescovo della crociata antimodernista, prima di nominarlo erede testamentario, lo aveva scelto come segretario della Commissione di Vigilanza, istituita per combattere il modernismo.
Questo incarico delicatissimo offrì al Mosconi l’occasione per mostrare tutta la sua bontà e mitezza ed è anche per questo che la “crisi” modernista, non assunse toni accesi e non ebbe dimensioni gravi nella nostra diocesi, dove la presenza di mons. Mosconi costituiva un elemento carismatico per anime generose che lasciarono una traccia profonda negli annali della Azione Cattolica piacentina.
Esse trassero forza e luce alla guida di mons. Tarquinio, non c’è dunque da stupirsi se quelli che conobbero il sacerdote da vicino, parlano di lui come di un Santo ed auspicano che venga introdotta la causa della sua beatificazione.